I trent’anni che sconvolsero il mondo |
Attraverso un romanzo piacevolmente scorrevole e grazie ad uno stile colloquiale, Maurizio Pallante avvicina il lettore alla teoria della "decrescita felice": elogio dell’ozio, della lentezza e della durata, della consapevolezza che non c’è progresso senza conservazione. Un punto di vista completamente lontano da quello moderno abituato a seguire le leggi delle mode, dell'effimero, secondo cui tutto ciò che è nuovo sarà migliore di ciò che è vecchio. Un'analisi attenta della società moderna che ricolloca l'economia nel suo ruolo di gestione di un intero pianeta in cui tutte le specie viventi possano vivere al meglio.
Storie di uomini, distillate dal mondo con sguardo ironico e malinconico a un tempo, che ci spiegano, attraverso le loro personali vicende, alcune delle contraddizioni e dei problemi che sviluppo sociale ed esplosione dei consumi hanno portato con sé. Un punto di vista che ribalta la valutazione positiva degli economisti sulle trasformazioni avvenute nei trent’anni ripercorsi dai personaggi del libro, dissacrando anche le convinzioni sul benessere di una società e sui paramentri in base ai quale può essere valutato. La filosofia di vita che affiora dalla narrazione rivendica la sua autonomia di pensiero anche rispetto alle teorie economiche più consolidate.
I trent’anni che sconvolsero il mondo, di Maurizio Pallante (Edizioni Pendragon, Bologna 2010)
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