un nuovo rinascimento italiano
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Le proposte di un imprenditore che ama la sua azienda e il suo Paese, per un nuovo Rinascimento italiano.

La lettera aperta di Gabriele Centazzo, presidente di Valcucine.

Creatività, bellezza, ricerca e internazionalizzazione possono risollevare le sorti dell'economia e della cultura.


Innanzitutto vorrei ringraziare la mia azienda che, acquistando queste pagine, mi permette di divulgare il mio pensiero.


Sono un imprenditore facente parte della “galassia” delle piccole-medie imprese, chiamate P.M.I., l’ossatura industriale del nostro Paese, che nessuno ascolta e che sono totalmente trascurate dal governo. Il sistema di comunicazione vigente in Italia dà spazio solo ai soliti noti: i media ci propinano sempre gli stessi volti, le solite voci.


Come P.M.I. non mi sento neppure rappresentato da Confindustria, che, purtroppo, ha acquisito ormai gli stessi vizi della politica italiana: sprechi, troppe poltrone, quasi zero investimenti, quasi totale consumo delle risorse nell’improduttivo sostegno dell’immenso baraccone. La situazione non è di certo cambiata con l’arrivo del nuovo presidente Giorgio Squinzi, che è un bravissimo imprenditore, ma certamente non sarà l’uomo che riuscirà, con forza e coraggio, a ristrutturare il grande carrozzone che ha il compito di dar voce al mondo delle imprese industriali italiane. Per non smentire l'andazzo sopra descritto e per non scontentare nessuno, Squinzi si è subito premurato di nominare 11 vice-presidenti. Il sistema-Confindustria, inoltre, è composto da 267 organizzazioni, che vuol dire altri 267 presidenti con autista e segretaria e 267 direttori.

 

 

Per leggere tutta la lettera, partecipare e commentare: www.rinascimento-italiano.it

 

 

 

 


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