Lampedusa, memorie ed esperienze da scoprire
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In seguito a una proposta di collaborazione con Enel Cuore e Caritas, Best Up ha avuto modo di avvicinare una realtà del nostro presente che merita uno sguardo da parte di tutti. Il reportage di Andrea Ferrari pubblicato da ilpost.it il 16 settembre scorso è un invito a scoprire una terra d'Italia e del mondo dove tutti sono un pò migranti.

 

 

 

 

 

Lampedusa da vicino,

di Andrea Ferrari

ilpost.it


Occorre raggiungere in volo Lampedusa per capire quanto sia “isola”, sola nella distesa del Mediterraneo. Poco più a nord una terra ancora meno estesa e completamente diversa: Linosa. A ovest uno scoglio, Lampione, il cui profilo si rivela quando il sole scompare alle sue spalle e offre l’illusione dell’Africa.


C’è stato un tempo, ed è stato lunghissimo, in cui uomini di ogni costa e secolo hanno raggiunto Lampedusa rispondendo a desideri espansionistici, istinti di conquista o più semplicemente necessità di ristoro: cibo, acqua e protezione per le notti di risposo. E così da sempre fino a pochi decenni fa Lampedusa è servita a chi aveva bisogno o voglia di qualcosa; ultimi a scomparire furono gli alberi, bruciati dal folle miraggio del carbone.


Ma ora tutto è cambiato: nemmeno da troppo tempo se si osserva con le lenti della storia, eppure sembra un’eternità. La Storia traccia parabole sulla Geografia, archi di tempo che intercettano terra, e qui da qualche anno sembrano essersi incontrati, formando un nodo indissolubile nella rete dell’umanità. La mappa fisica del pianeta dice che Lampedusa è Africa, quella politica la definisce Italia; chi fugge da persecuzioni, fame, morte certa, la interpreta come frontiera, come porta attraverso la cui cruna avere l’accesso a un nuovo continente, e forse a una vita nuova. Staino, meglio di altri, ha saputo esprimere il valore di quel forse in una vignetta terribilmente illuminante. Mimmo Paladino quell’idea di porta ha voluto renderla monumento.

 

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