LA 15° Biennale di Architettura di Venezia guarda alla riqualificazione delle periferie e dei territori di frontiera |
Un periodo di scollamento, quello degli ultimi anni, tra architettura e società civile, su cui Aravena invita a riflettere chiedendo ai protagonisti di questa Biennale di suggerire soluzioni in cui l’architettura torni ad essere pensata in chiave sociale, portatrice di messaggi e soluzioni utili alla collettività e agli individui. Chiamato dal British Council in qualità di partner tecnico, iGuzzini illumina il British Pavillon e la mostra “Home Economics” dove i tre curatori, Shumi Bose, Jack Self e Finn Williams si interrogano sui cambiamenti socio-culturali della società britannica relativamente al modificarsi dei ritmi e dei percorsi di vita: un tema nel quale la luce è anch’essa protagonista del concetto di innovazione sociale. “Trustics” è invece il titolo dell’esposizione pensata dall’Equipo Mazzanti nel padiglione Colombiano, dove si indagano le possibilità attraverso cui l’architettura e il processo di progettazione stesso generano sicurezza e “confidence”: ancora una volta, luce-progettazione architettonica-sicurezza sono temi che coesistono e di cui la luce è parte fondante. La luce iGuzzini accende altri progetti esposti a Venezia, quali l’avveniristico progetto Matrix dell’architetto russo Boris Bernaskoni, la mostra a sfondo sociale di Architecture-Studio dell’architetto Martin Robain e il padiglione francese: percorsi dove la luce è pensata per sottolineare il legame con l’architettura, nel rispetto del linguaggio voluto e adottato dai curatori. ![]()
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