Design per il Sociale, cosa è come si riconosce

 

Tra le tante declinazioni del mondo del progetto (oggetti/servizi/processi industriali e manifatturieri), quella che attiene al Design per il Sociale è una delle più multidisciplinari e complesse. Al pari di ciò che si intende per "sostenibile", tutto quello che viene definito come un prodotto o servizio utile e giusto per la sfera del sociale, ha bisogno di essere capito e analizzato da tanti punti di vista: non solo economici e ambientali, ma anche per il rispetto dei diritti dell'individuo, così come delle minoranze e dei più fragili.

 

 

Non solo: le cose e le iniziative, così come i servizi sul territorio che rientrano nella definizione di Design per il sociale devono poter esprimere valori etici universalmente condivisi per quanto riguarda il lavoro, e a livello pratico dimostrare di poter aiutare le persone a vivere meglio, collettivamente e individualmente, in casa e nella città, sul luogo di lavoro e negli spazi delle attività condivise con le comunità di appartenenza o di prossimità.

 

Anche i tempi di gestazione e maturazione di quello che rientra (o vorrebbe rientrare) tra ciò che è socialmente utile -oltre che progettato con cura e perizia- sono mediamente più lunghi di quelli dei progetti e prodotti canonici: serve tempo per avviare le fasi di progettazione partecipata, di attivazione delle reti e delle relazioni tra le varie discipline e le competenze necessarie. Il social design, come viene definito a livello internazionale, per diventare generativo ha bisogno di concretizzare le idee attraverso momenti collettivi di confronto e verifica. Gestire la complessità e la partecipazione lungo le varie fasi non è mai semplice e immediato.

 

Di tutto questo, la presidente di Best Up Giuliana Zoppis si sta occupando attualmente per l'Osservatorio permanente dell'ADI Design Index (biennio '22/'23), coordinando una Commissione di esperti (docenti, progettisti, sociologi) con cui sta portando avanti lo scouting e la selezione dei migliori esempi di Design per il Sociale emersi dalla vasta produzione di oggetti, strumenti e servizi attivati o messi a punto nel 2021.

 

Dopo il confronto con le Commissioni Territoriali e il Comitato Scientifico di ADI Design Index emergeranno a breve quelli che entreranno a far parte dell'Index 2022, ossia nella rosa annuale del miglior design italiano, come parte integrante (insieme alla selezione 2023) del sistema dei progetti premiati con il prossimo Compasso d'Oro. Il gruppo di lavoro che affianca Giuliana Zoppis per questo biennio in corso è composto da: Francesca Maggioni, Daniela Piscitelli, Matteo Tonoli, Giulio Vinaccia, Flaviano Zandonai.

 

 

#designsociale #socialdesign #adidesignindex #adi-design.org


AddThis